Il Coordinamento Associazioni Gestori Impianti Natatori, che riunisce le sigle AGISI, Assonuoto, Insieme si Vince, Piscine del Piemonte, SIGIS e Piscine Emilia Romagna, affiancati da Forum Piscine, è stato ricevuto ieri dal Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute, dottor Andrea Costa, per fornire il proprio contributo al tavolo tecnico «La Salute nello sport».
Il Coordinatore Marco Sublimi ha posto l’attenzione sui due temi in particolare:
- La chiusura reiterata delle piscine coperte
- La necessità di rivedere alcuni punti delle linee guida per la riapertura
Sublimi ha posto l’attenzione anzitutto sulle modalità in cui i gestori, a partire dal 1 giugno 2020, hanno provveduto ad adottare le principali linee guida per la riapertura costruendo al proprio interno un vero e proprio sistema di «Scudo Covid 19».
L’intervento è stata anche l’occasione per ricordare le verifiche e i controlli svolti dai Nas sui centri natatori italiani nel mese di ottobre 2020, con risultati che hanno confermato il buon operato dei gestori.
Inoltre si è fatto notare come dal febbraio 2020 non vi siano stati casi di focolai all’interno delle piscine italiane con tassi di positività dello 0,15% e di ricoveri ospedalieri dello 0%.
Il Coordinatore ha poi offerto al tavolo tecnico una sintesi degli studi che hanno confermato l’efficacia dell’ambiente-acqua nella prevenzione dal contagio. Di seguito l’estratto sul punto dall’intervento di Sublimi.
Imperial College di Londra
La ricerca degli scienziati dell’Imperial College di Londra, La ricerca, commissionata da Swim England, l’ente governativo inglese per gli sport acquatici, e dalla scuola di nuoto Water Babies, è stata condotta mescolando campioni di SARS-CoV-2 con acqua clorata. Stando ai risultati del gruppo di ricerca, la bassa infettività e la diluizione del virus suggeriscono che la possibilità di contrarre Covid-19 dalla piscina è trascurabile. Gli esperti riportano, infatti, che una concentrazione di cloro di 1,5 milligrammi per litro e un indice di acidità compreso tra 7 e 7,2 possono ridurre l’infettività dell’agente patogeno di oltre mille volte in soli 30 secondi.
Istituto Superiore di Sanità
Non ci sono prove che COVID-19 possa essere diffuso all’uomo attraverso l’uso di piscine o vasche idromassaggio. Il corretto funzionamento, la manutenzione e una adeguata disinfezione (ad esempio con cloro e bromo) di piscine e vasche idromassaggio assicurano l’inattivazione del virus che causa COVID-19.
World Health Organization (WHO)
l’OMS ha pubblicato i risultati dei suoi studi relativi alla sua indagine su 3 aree principali
-
- persistenza/sopravvivenza del coronavirus in acqua;
- presenza del coronavirus in ambienti acquatici
- metodi per il recupero del coronavirus dalle acque
Il suo studio ha concluso che il coronavirus “sembra avere una bassa stabilità nell’ambiente [dell’acqua] ed è molto sensibile agli ossidanti, come il cloro”. Inoltre, il coronavirus sembra essere “inattivato significativamente più velocemente in acqua rispetto ai virus enterici umani non invasi con trasmissione nota in acqua”.
Secondo i risultati dello studio dell’OMS, la resistenza del coronavirus al cloro è inferiore a quella dei batteri.
Le attuali pratiche di disinfezione dell’acqua (acqua potabile, acque reflue, acqua di piscina), sono dunque efficaci anche nei confronti dei coronavirus.
United States’ Centers for Disease Control (CDC)
Sul sito web del Centers for Disease Control, aggiornato fino al 31 dicembre 2020, l’organizzazione afferma:
“CDC non è a conoscenza di alcun rapporto scientifico sul virus che causa la diffusione di COVID-19 alle persone attraverso l’acqua nelle piscine, nelle vasche idromassaggio o nei parchi giochi acquatici”.
“Inoltre, il corretto funzionamento delle piscine pubbliche, delle vasche idromassaggio e dei parchi giochi acquatici (ad esempio in un complesso di appartamenti o di proprietà di una comunità) e la disinfezione dell’acqua (con cloro o bromo) dovrebbero inattivare il virus”.
U.S. National Center For Biotechnology Information
Ricerche presso l’U.S. National Center for Biotechnology Information ha pubblicato un altro studio sull’ambiente acquatico nell’ottobre del 2020.
Nello studio si valutano le condizioni favorevoli alla sopravvivenza del coronavirus (SARS-CoV-2) in ambienti acquatici. Il NCBI ha confermato ancora una volta che la sopravvivenza del coronavirus in un ambiente acquatico dipende fortemente dalle caratteristiche reali dell’acqua stessa.
Swimming Canada Member Data
Lo scorso ottobre, il gruppo di valutazione della gestione dei coronavirus di Swimming Canada ha riferito che i dati sono stati raccolti sia da centri ad alte prestazioni che da centri di formazione non-HPC in tutta la nazione.
I 4 centri HPC di Ontario, Vancouver, Victoria e Quebec hanno condotto un totale di 4.065 sessioni di allenamento. Gli atleti coinvolti sono 46 atleti dall’inizio dell’estate e fino al 30 settembre. In tutto questo lasso di tempo, gli atleti e lo staff di HPC di Swimming Canada non sono mai risultati positivi al COVID-19.
Lo studio condotto da Swimming Canada ha coinvolto tutta la comunità.
157 capi allenatori hanno compilato un questionario che riguardava i propri club.
Lo studio ha riguardato 14 mila nuotatori. Le sessioni di allenamento eseguite nel periodo di tempo indicato sono state 167 mila. In tutto questo periodo non ci sono state segnalazioni di COVID-19 nelle loro piscine. Lo stesso vale per i nuotatori delle università canadesi.
Il rapporto evidenzia studi che suggeriscono che i coronavirus sono molto sensibili alle alte temperature e agli ossidanti come il cloro.
In secondo luogo si è posta l’attenzione sulla capacità delle piscine di aumentare e controllare, anche in inverno, il rinnovo di aria, il controllo dell’umidità e della temperatura entro valori consoni nella prevenzione Covid-19. «Non è una novità – ha dichiarato Sublimi -, l’adeguamento di norme igienico-sanitarie per gli impianti natatori. Il mondo delle piscine è già preparato alla prevenzione, da una antica tradizione. Fa parte della cultura di gestori, operatori ed utenti, come di progettisti e manutentori. Da questo punto di vista, il mondo delle piscine è sempre stato leader e di riferimento per altri sport, lo sarà anche in questa situazione di prossima ripresa delle attività».
In ultimo, si è evidenziata la necessità di rivedere le linee guida per l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere redatte ai sensi del decreto legge 22 aprile 2021 n. 52 – 7 maggio 2021. Densità di affollamento, docce, asciugacapelli e prenotazioni obbligatorie i quattro punti cardine dell’intervento.
Il Coordinamento ha infine proposto, nell’ottica di incentivare la campagna vaccinale e di ottimizzare le linee guida per le piscine, di escludere dai conteggi relativi ai contingentamenti le persone già vaccinate e/o in possesso di green pass, nonché la riapertura immediata delle piscine coperte e le modifiche delle linee guida come indicato.
A questo link è possibile scaricare l’intervento integrale